venerdì 28 novembre 2014

Paolo, diventi prete

Paolo, diventi prete. Chi ce lo fare ha lo sguardo più acuto e più profondo del nostro: lo avrai sperimentato tante volte in quarant’anni di cammino per le strade del mondo. Ti arrabbi se ti metto insieme con me di fronte ad uno specchio fantastico e magico? Spero di no! Guardo me venticinquenne (magro non come ai tempi delle scuole superiori in cui ci siamo conosciuti, ma molto più magro di ora; con molti più peli in testa, come quelli che invece ora tengo sul viso; pieno di belle speranze) e te quarantenne (mi sembri fisicamente sempre lo stesso!), riempiti dallo Spirito che ci unisce per sempre all’eternità del sacerdozio di Cristo: ma chi è più incosciente tra noi due? Io, che pur non avendo coscienza di tante cose del mio mondo interiore e dei cammini della storia, ho pensato di poter dire “Sì!” così giovane, o tu che oggi porti con te quindici anni di maturazione di vita in più, ma grazie a tutti i conti che si iniziano a fare seriamente con i nostri limiti personali e con le difficoltà del mondo di oggi che il Signore ci dona e a cui ci dona?
Forse sono semplicemente incosciente io ad avere di questi pensieri mentre tu vivi i giorni tra i più belli della tua vita. Ti auguro di assaporare questa gioia ogni giorno, con calma, come se fosse una caramella o un cioccolatino buonissimo in bocca, quando ti lascerai sorprendere dal pensiero che se sei lì, a consacrare, ad assolvere, ad ascoltare, a consigliare, a sopportare, a confortare, a ungere, a battezzare, a tramandare, è per il dono dello Spirito ricevuto il giorno gioioso dell’ordinazione.
Non c’è maturità e deficienza umana che tenga: è il Signore che non smette di amarci e di amare ogni uomo e donna, grandi o piccoli, umili o superbi, poveri o ricchi, i quali per grazia Sua ci fa incontrare e ai quali per grazia Sua ci dona.
Ti aspetto a San Luigi, per una messa almeno (al più… la canonica, che sarà pronta quando Dio vorrà, dovrebbe avere pure una stanzetta per un ospite… si potrebbe organizzare qualcosa in più della messa).
Luca

P.S.: ma a proposito di cioccolatino, non c’eri pure tu ad Ispica nell’estate del 1992 al campo educatori A.C.R. quando venne dall’Ufficio centrale Vito a fare “una figura da cioccolatino”?

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