Paolo, diventi prete. Chi ce lo fare ha lo sguardo più acuto
e più profondo del nostro: lo avrai sperimentato tante volte in quarant’anni di
cammino per le strade del mondo. Ti arrabbi se ti metto insieme con me di
fronte ad uno specchio fantastico e magico? Spero di no! Guardo me
venticinquenne (magro non come ai tempi delle scuole superiori in cui ci siamo
conosciuti, ma molto più magro di ora; con molti più peli in testa, come quelli
che invece ora tengo sul viso; pieno di belle speranze) e te quarantenne (mi
sembri fisicamente sempre lo stesso!), riempiti dallo Spirito che ci unisce per
sempre all’eternità del sacerdozio di Cristo: ma chi è più incosciente tra noi
due? Io, che pur non avendo coscienza di tante cose del mio mondo interiore e
dei cammini della storia, ho pensato di poter dire “Sì!” così giovane, o tu che
oggi porti con te quindici anni di maturazione di vita in più, ma grazie a
tutti i conti che si iniziano a fare seriamente con i nostri limiti personali e
con le difficoltà del mondo di oggi che il Signore ci dona e a cui ci dona?
Forse sono semplicemente incosciente io ad avere di questi
pensieri mentre tu vivi i giorni tra i più belli della tua vita. Ti auguro di
assaporare questa gioia ogni giorno, con calma, come se fosse una caramella o
un cioccolatino buonissimo in bocca, quando ti lascerai sorprendere dal
pensiero che se sei lì, a consacrare, ad assolvere, ad ascoltare, a
consigliare, a sopportare, a confortare, a ungere, a battezzare, a tramandare, è
per il dono dello Spirito ricevuto il giorno gioioso dell’ordinazione.
Non c’è maturità e deficienza umana che tenga: è il Signore
che non smette di amarci e di amare ogni uomo e donna, grandi o piccoli, umili
o superbi, poveri o ricchi, i quali per grazia Sua ci fa incontrare e ai quali per
grazia Sua ci dona.
Ti aspetto a San Luigi, per una messa almeno (al più… la
canonica, che sarà pronta quando Dio vorrà, dovrebbe avere pure una stanzetta
per un ospite… si potrebbe organizzare qualcosa in più della messa).
Luca
P.S.: ma a proposito di cioccolatino, non c’eri pure tu ad
Ispica nell’estate del 1992 al campo educatori A.C.R. quando venne dall’Ufficio
centrale Vito a fare “una figura da cioccolatino”?
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